Una delle tematiche che fanno più discutere intorno alla timbratrice per dipendenti è senza dubbio il controllo o la sicurezza degli impiegati.
In particolare, oggi più che mai con l’arrivo dei dispositivi biometrici il Garante per la privacy ha dovuto tutelare i dati del personale.
Infatti, la raccolta delle impronte digitali ha da una parte rimosso i rallentamenti riguardo il foglio firme o le code nel timbrare il tradizionale cartellino cartaceo, dall’altra può essere percepita come invasiva rispetto i dai sensibili del dipendente.
Pertanto, dal 2006 sono fornite dal Garante delle linee guida per i privati al fine di regolamentare l’utilizzo di marcatempo con sensori biometrici.
Tuttavia, se è indubbio che attraverso una macchina per badge si può controllare e gestire le attività lavorative del personale, è altrettanto certo che questi sistemi garantiscono la sicurezza all’interno dell’intera struttura aziendale.
In primo luogo, perché sono limitati gli ingressi ai soli possessori di cartellino, anche se è un ospite, in secondo luogo nel caso in cui ci siano violazioni possono essere direttamente segnalate attraverso allarmi sonori.
Di conseguenza, grazie al controllo degli accessi si è in grado di aiutare il personale di sorveglianza, i responsabili delle risorse umane nell’amministrazione di: orari, permessi e straordinari degli impiegati e calcolare in modo preciso le loro buste paga.
Ovviamente è opportuno stabilire sempre più di un livello di sicurezza e delimitare i ruoli dei dipendenti che vi possono accedere, in altre parole deve essere redatta una white list e una black list, distinguendo chi può o non può entrare in una determinata zona.